Nessuno può immaginare quel che dico quando me ne sto in silenzio chi vedo quando chiudo gli occhi come vengo sospinta quando vengo sospinta cosa cerco quando lascio libere le mie mani. Nessuno, nessuno sa quando ho fame quando parto quando cammino e quando mi perdo, e nessuno sa che per me andare è ritornare e ritornare è indietreggiare, che la mia debolezza è una maschera e la mia forza è una maschera, e che quel che seguirà è una tempesta. Credono di sapere e io glielo lascio credere e avvengo. Hanno costruito per me una gabbia affinché la mia libertà fosse una loro concessione e ringraziassi e obbedissi. Ma io sono libera prima e dopo di loro, con loro e senza di loro sono libera nella vittoria e nella sconfitta. La mia prigione è la mia volontà! La chiave della prigione è la loro lingua ma la loro lingua si avvinghia intorno alle dita del mio desiderio e il mio desiderio non riusciranno mai a domare. Sono una donna. Credono che la mia libertà sia loro proprietà e io glielo lascio credere e avvengo.
Nero, il velo Nera, la bocca chiusa. Nero, lo schermo. Tra la madre ed i figli, tra le amanti e l'amante, tra il fratello e la sorella, tra la donna e gli uomini. Nero, nero, nero. Nero, il lenzuolo di morte dove ti murano viva. Nero, il pube che ha visto nascere le loro idee nere. Nera, la bestia che sei nella loro testa nera di odio. Nera, la tomba dove cadde la loro umanità. Nere, le loro mani. Nero su nero, la mia lettera, le mie parole che non puoi vedere, non puoi dire, e che rinvii tuttavia, farfalle nere prima dell'istante in cui si diventa cieco. Te ne supplico, guarda nella tua stanza nera la luce che hanno perso e di cui avranno bisogno, una mattina.
E ciò che voglio è l'amore, l'amore spensierato e quello che rimette tutto in discussione, quello che fa rinascere, l'amore passionale, l'amore lontano, il fine amore, quello che vi costringe a superarvi, l'amore platonico, l'amore sessuale, l'amore lieve, l'amore oscuro, l'amore luminoso, l'amore tenero, l'amore fedele, l'amore infedele, l'amore geloso, l'amore generoso, l'amore libero, l'amore sognato, l'amore adorazione, l'amore mistico, l'amore istintivo, l'amore che si fa, il prima, il durante e il dopo l'amore, l'amore che brucia, l'amore pudico, l'amore segreto, l'amore gridato, l'amore che fa male al corpo, l'amore che fa bene al corpo, l'amore che paralizza e quello che dà le ali, l'amore a morte, l'amore a vita, il primo amore, l'amore perduto, l'amore ferito, il prossimo amore, perché non ci sono regole, perché è necessario inventare i propri amori, inventare la propria vita.
In una vaga disperazione il vento si dibatteva disumanamente. Gocce di sangue annerendosi si gemmavano sulle labbra d'ardesia. E uscì, a isolarsi nella notte, vedova la luna.
Imbrattai di colpo la carta dei giorni triti, spruzzandovi colore da un bicchiere; su un piatto di gelatina mostrai gli zigomi sghembi dell'oceano. Sulla squama d'un pesce di latta lessi gli inviti di nuove labbra. Ma voi potreste suonare un notturno su un flauto di grondaie?
Un'estranea è venuta A spartire con me la mia stanza nella casa lunatica, Una ragazza folle come gli uccelli
Che spranga la notte della porta col suo braccio di piuma. Stretta nel letto delirante Elude la casa a prova di cielo con nubi invadenti
E la stanza da incubi elude col suo passeggiare Su e giù come i morti, O cavalca gli oceani immaginati delle corsie maschili.
Venne invasata, Chi fa entrare dal muro rimbalzante l'ingannevole luce, Invasata dal cielo
Dorme nel truogolo stretto e tuttavia cammina sulla polvere E a piacer suo vaneggia Sopra l'assistito del manicomio consumato dalle mie lacrime ambulanti.
E rapito alla fine (cara fine) nelle sue braccia dalla luce Io posso senza venir meno Sopportare la prima visione che diede fuoco alle stelle.
Amico da nemico io ti sfido Tu con monete false nella borsa degli occhi, Tu amico mio dall'aria accattivante Che per vera mi rifilasti la menzogna Mentre spiavi bronzeo i miei più gelosi pensieri Che mi allettasti con luccicanti pezzi d'occhio finché il dente goloso del mio affetto trovò il duro E scricchiolò, e io inciampai e succhiai, Tu che ora evoco a stare come un ladro Nella memoria, moltiplicato da specchi, In sofferente inobliabile atto, Mano lesta nel guanto di velluto E un martello contro il mio cuore Eri una volta una tale creatura, un così allegro, Schietto, spassionato compagno, Che non avrei mai detto né creduto Mentre una verità spostavi nell'aria, Che per quanto li amassi per i loro difetti Come per i loro pregi, I miei amici non erano che nemici sui trampoli Con la testa fra nuvole d'astuzia!
Ho chiuso la mia finestra perché non voglio udire il pianto, ma dietro i grigi muri altro non s'ode che il pianto. Vi sono pochissimi angeli che cantano, pochissimi cani che abbaiano; mille violini entrano nella palma della mia mano. Ma il pianto è un cane immenso, il pianto è un angelo immenso, il pianto è un violino immenso, le lacrime imbavagliano il vento. E altro non s'ode che il pianto.