Sigilfredo. Il vero "uomo" Infame. (Completo)
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...forte sentenziando.
"Vedi Colonna tu sei un uomo morto,
non ti ammazzo adesso perché devi dare i soldi
a mia madre, deve pagare il mutuo della casa,
mio padre è morto di lavoro
per quella cazzo di casa".
Gli sputai in faccia premendo cattivo il coltello
e conclusi.
"Puoi provare a denunciarmi, ho vent'anni e son sicuro che uscirei molto presto,
niente ti salverebbe più, neanche il debito con mia madre,
sei un morto di fame ed io un buono,
hai dieci giorni da oggi, altrimenti torno da solo,
per strapparti il cuore con le mani".
Il perimetro superiore dell'arma l'aveva tatuato sulla giugulare.
Gli sputai più volte, non riuscii più a picchiarlo,
faceva schifo.
Il mio gioco fu tutto, tranne che inutile.
Ai medici del pronto soccorso
dichiarò d'essere caduto dalle scale.
-Bella caduta -
avrà pensato qualcuno, ghignando.
Fra le varie costole rotte e incrinate
una bucava la pleure.
Impiegò più di un anno a saldare il debito
venale con la cugina di sangue.
Le mie carni sapevano che l'obbligo indelebile
lo aveva con mio padre.
Vidi sincera buona volontà nel restituire,
qualche ritardo di pochi giorni lo annunciava
con ripetute telefonate a mia madre
esortandola di "parlarmi"...
Non so se l'avrei veramente ucciso
non avesse estinto il debito.... [segue »]
Composto giovedì 19 maggio 2011
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