Sigilfredo. Il vero "uomo" Infame. (Completo)
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...stazione, a piedi,
nei pressi c'è Pazzaglia, bar pasticceria, un istituzione a Terni.
Ci concedemmo luculliana colazione.
Conosco Terni come o meglio di Genova.
Sigilfredo, viatempio del sole 21.
Chi non ricordo.
Suonammo alla porta,
non v'era certezza quale fosse della due,
il portone lo spadinò Paolo, un professionista.
"Chi è?"
"Signora c'è una raccomandata per
Colonna Sigilfredo".
"... Di domenica!?... mi sembra strano...
non le apro".
La porta doppia presumibilmente in quercia,
implose come balsa alla prima spallata.
Paolo bloccò la donna serrandole la gola
con l'incavo del braccio,
quello più devastato dall'eroina,
la trascinò verso la camera.
Simbiotici, sono in camera con lui,
quella camera del quale m'infastidisce il puzzo
di piedi d'uomo sporco, marcio.
Impugno una sedia con le gambe in ferro
dal quale penzola un paio di jeans
e un reggiseno lurido.
Una, due, tre, quattro, ancora...
tutta la mia forza è destinata a far cadere la sedia
su quel corpo di merda sdraiato sul fianco a conchetta...
almeno all'inizio,
man mano cambiava postura,
sembrava non gradire quel gioco.
Stava seduto sul margine del letto,
abbandonai la sedia,
ruggii,
anelavo sentire la sua faccia sulle mie nocche.
Mi fermai quando i suoi denti
spiccarono dal rosso,
parlai al suo sangue.
"Non meriti neanche che ... [segue »]
Composto giovedì 19 maggio 2011
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