Sigilfredo. Il vero "uomo" Infame. (Completo)
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...e,
quasi timidamente,
mi ritirai nella stanzetta da ex adolescente.
Mai posseduto qualità oratorie
fra le mura domestiche.
La casa più che domicilio è tana.
L'animale in essa torna,
quando stanco dalla caccia nella giungla,
per accudire e ritemprarsi,
non certo per gigioneggiare.
Questo comportamento schivo, timido, apparentemente dimesso
fece trarre affrettate conclusioni al "buon" Sigilfredo.
Facilmente mi classificò diagnosticando
"acuta coglionaggine".
Materializzo chiaramente la prima impressione
che trassi guardandolo...
lo avrei vezzeggiato simpaticamente "Gambadilegno",
pareva un bulldog con quelle guance tracimanti oltre le mascelle.
Tempo prima lessi le teorie del Lombroso
accantonandole tra le curiosità letterarie,
decisamente nella sezione "immani minchiate".
Sigilfredo, avrebbe fatto la sua figura
quale eccezione.
Fu ospite per una settimana.
Nonostante parvenza di serenità albergasse
fra i lineamenti di mia madre
cominciava a starmi pesantemente sui coglioni.
Ancora un paio di giorni ed avrebbe colloquiato
col Pino della giungla.
Si stava "allargando" troppo per il mio gusto.
Passarono un paio di mesi circa,
dalla visita del cugino materno
quando coltivai più d'un velo d'afflizione
per il suo ritorno in quel di Terni.
Dalla sua partenza notavo in mia madre
crescente tristezza, preoccupazione,
un palpabile turbamento irreversibile.
Fiutavo una depressione terminale.
La risposta dimorava in un universo parallelo
che mai avrei potuto supporre.
Quell'imperdonabile infamia non l'avrebbe mai potuta ... [segue »]
Composto giovedì 19 maggio 2011
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