Sigilfredo. Il vero "uomo" Infame. (Completo)
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...Quel presente mi elesse "uomo"
che a quegli occhi "doveva" rispetto
per quella donna,
donna e madre.
Madre, che si trovava nell'indigenza materiale
d'un mutuo da pagare.
Donna, ancor più nel dramma dei sentimenti,
l'unico uomo che vide senza mutande era morto.
Da un mese papà se n'era andato.
Io sapevo che scherzava.
Lo vedevo tutte le notti in corridoio.
Mia madre stava vivendo qualche giorno,
relativamente sereno.
Era venuto a farle visita un vecchio cugino.
Sigilfredo Colonna.
Sigilfredo. L'incontro.
"Rosa, sono Giancarlo...
cosa ha combinato tuo figlio...
Sigilfredo è all'ospedale,
sotto la tenda ad ossigeno..."
Non conosco con esattezza ciò che rispose
mia madre al fratello,
a parte che dalla sera prima non mi vedesse,
credo comunque ghignò.
L'immagine di quel bastardo sotto la tenda
sicuramente l'ossigenò.
Tornai a casa intorno alle venti e trenta.
Come vissi quel pomeriggio non può contenere
valenze da poter dimorare
nei meandri della memoria.
Matematico mi fossi "fatto" un paio di canne.
"Questo è Sigilfredo, anche lui fa Colonna,
eravamo cugini, da bimbi si giocava sempre insieme"
... e guardando lui aggiunse...
"Sarà trent'anni che non ci si sentiva..."
Mi colpì quell'"eravamo",
nel bene nel male parenti lo si è sempre.
Mi presentai, quattro parole rituali,
un paio di stereotipati sorrisi ... [segue »]
Composto giovedì 19 maggio 2011
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