Sigilfredo. Il vero "uomo" Infame. (Completo)
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...io ti uccida,
vali meno di uno scarafaggio... Paolo... giocaci un po' tu"
Mi dolevano le mani...
Al venal basilare motivo per cui non lo avrei "dovuto" uccidere
se ne aggiunse un secondo.
Mi fece pena.
Ragliava e piangeva mangiando il suo sangue,
"raglio d'asino non sale al cielo" suol dirsi,
il suo non sarebbe uscito neanche da quella
stanza lercia, laidi indumenti sul pavimento lordo,
tende sordide ed unte a coprire imposte chiuse.
Solo la mia attenzione poté percepire quei suoni
"Pino ti prego... scusa Pino, scusa... non volevo,
perdonami... ti dò tutto non è colpa mia
mi hanno fregato..."
"Mi fai schifo e pena, era chiaro
che fossi un infame,
ma tu sei veramente un insetto da schiacciare e
buttare via le scarpe".
Lo bramavo dalla partenza...
Mi avvitai esplodendogli sul muso
un preciso magherì.
Praticavo da un paio d'anni con soddisfacenti risultati
l'arte del ju jitsu.
L'adrenalina scemò di qualche grado.
Li facemmo sedere in cucina,
la donna ci fece il caffè senza batter ciglio.
Mi crea ancora oggi sentimenti spiacevoli
la brutta ora che subì, suo malgrado,
quella signora che di mestiere
affittava il suo corpo.
Di per sé non dev'essere gratificante
la professione della prostituta,
scegliendo quell'ominicchio come convivente
fu proprio sfiga.
È certo che dei due li ... [segue »]
Composto giovedì 19 maggio 2011
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