Scritto da: ANTONIO PISTARA’

Un battito d'ali d'una farfalla parigina.

Capitolo: IX

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...per quella donna tanto desiderata nei miei sogni e nelle mie conversazioni notturne era terminato, era lei.
I nostri occhi si incontrarono e fummo subito trasportati in un labirinto mentale, che sembrò durare un'eternità, che ci permise di scrutarci l'uno con l'altro; quasi ci accingessimo a baciarci.
"È un piacere conoscerti: il mio nome è Isabelle".
Mi porse la sue esile e profumata mano come ad accompagnare ed a cercare subito un contatto fisico. Immediatamente ritrovai quella fierezza e quella fermezza che mi contraddistingueva, facendo di lavoro il Medico di Chirurgia Estetica.
Le risposi: "Finalmente ci conosciamo, allora. Piacere io sono Jack", risposi.
Rimanemmo seduti al tavolo ammirandoci l'uno con l'altro senza aggiungere altro: il potere del linguaggio taciuto stava lavorando per noi. L'ebbrezza del Whisky iniziava a farsi sentire in entrambi poiché ella bevve tutto d'un colpo ciò che restava della specillata di quel Bar cosi lussuoso e mai apparso, come in quel momento cosi erotico: ogni cosa, ogni oggetto, ogni persona sembrava li apposta ad amplificare l'unico desiderio che scuoteva le nostre menti: possederci.
Decisi di non andare oltre, l'orologio del telefonino, quasi scarico, segnava le 24 e sapevo cosa fare e dove voler andare.
Fermai un Taxi ... [segue »]

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