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La giacca


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...l'avrebbe portata dappertutto, che le avrebbe mostrato tutte le bellezze del mondo, e che l'avrebbe fatta ridere sempre. Come per propiziare quei pensieri, afferrò il mazzo di margherite, rose e tulipani che aveva scelto per lei, e lo piazzò sul tavolo dalla parte opposta, verso la sedia con la giacca. Erano le venti e trenta e il cuore cominciò a batterle forte nel petto. Aveva bisogno di fumare. Ma lo avrebbe fatto dopo. Sempre che la donna della sua vita glielo avesse concesso. Alle venti e quaranta, Erdàl si riaffacciò con la sua faccia sdentata e buona, e in un turco dolcissimo chiese: "Na sim sil?" - Come va? - poi aggiunse: "Vuoi fumare con Erdàl?". Non se lo fece ripetere. Accettò una sigaretta dal ragazzo e prese a fumare abbastanza vicino all'entrata da poter controllare se la donna della sua vita, entrando lì dentro, riconoscesse la sua giacca, abbastanza vicino all'entrata da non perdere mai di vista la giacca. "Ma tu perché stai qua? Ti fanno fare pure ste cose sul luogo di lavoro? Lo sai che potrei denunciarti al tuo capo, per sta cosa?" Stava per aggiungere alle sue parole "Cose turche..." ma le venne da ridere,... [segue »]

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    A Marisa.

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