Scritto da: sintagma

La giacca


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...slava era seduta al tavolo accanto al suo. Sebbene non capisse niente di quello che si dicevano, arguiva che si scambiavano parole ardenti. Poco più in là due fidanzatini italiani litigavano per gelosia. Erdàl le portò il tè che aveva richiesto e le domandò se avesse bisogno di qualcos'altro. Capì che Erdàl era un ragazzo sveglio e che aveva molto da dire. "No, per il momento no, grazie" gli rispose, e cominciò a sorseggiare il suo tè dal bicchiere basso e tozzo con una foglia di menta dentro. Le venti e quindici. Fissando la giacca, pensò che quella che sarebbe arrivata di lì a un quarto d'ora, chissà, poteva essere la donna della sua vita. Forse il fato preparava per lei una bella sorpresa, quella sera. Forse arrivava anche per lei il momento di essere felice, al limite contenta, forse arrivava il momento di ricredersi e di innamorarsi ancora. E se la donna della sua vita fosse stata turbata da demoni funesti, si diceva che stavolta avrebbe saputo liberarla. E se la immaginava lì davanti, con addosso quella giacca, con la faccia un po' triste nella sua mano, con lei tutta presa ad asciugarle le lacrime lucenti. Si diceva che ... [segue »]

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    A Marisa.

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