La giacca
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...e infatti rise dopo avere gettato fuor di bocca una nuvola di fumo. "Ehhhhhhhh" rispose quello sornione "... io lavora speciale qua: mio zio è capo qui." "Ah, ora è chiaro" fece lei, e pensò che le stava bene, perché era stata così gratuitamente perfida con lui da volerlo denunciare per una sigaretta, lei che in fondo avrebbe fumato in un reparto di pneumologia. "Da quanto tempo stai in Italia? E di quale città della Turchia sei? Sei curdo? Ma sei sposato? E lei com'è? E ti manca?" Cominciò con il suo solito rosario di domande senza mai perdere d'occhio la giacca. "Tu fare troppe domande. Tu donna molto curiosa." Nei dieci minuti che seguirono seppe che Erdàl era di Istanbul, che aveva ventitré anni, che era sposato e arrivato in Italia da sei mesi con suo fratello Sinan. "Tu invece cosa fare qui? Aspettare fidanzato?" Quando seppe che stava aspettando una persona del tutto sconosciuta cui restituire una giacca, Erdal disse: "Dicono italiani furbi. Ma non è così: non tutti così. Posso offrire un tè, un caffè? Prendere pure tutto quello che vuole, tranquilla, tanto non pagare: Erdàl offre." Accettò un altro tè alla menta che ... [segue »]
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