Scritto da: Carlo Gragnaniello

Il Prigioniero di Auschwitz

Capitolo: 7

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...il braccio che mi faceva male da morire e mi chiuserò in uno stanzino umido, dove faceva un freddo cane non aveva finestre, sembrava vivere nelle tenebre dell'inferno per tre mesi, morire in quel posto era molto facile, era una morte lenta, vinceva solamente chi resisteva a quell'orrore.
Nello stanzino c'era un ragazzo che era malato di tifo non potevamo muoverci, nonché eravamo nudi come vermi e il rischio di prendere qualche infezione era alta.
Per non morire di freddo dovevamo accontentarci di una brutta e sporca coperta in condizioni pessime.
Ogni mattina ricordo che entrava l'angelo della morte un uomo bellissimo, da occhi celesti come il cielo, capelli biondi coperti dalla brillantina col frustino in mano che indicava chi doveva morire per una nuova selezione.
In quel periodo le selezioni erano molto frequenti, anzi erano talvolta quotidiane e la speranza di sopravvivere erano zero, essere scelto per una selezione voleva significare essere segnato per andare nei forni crematori, fui assegnato ad un blocco esattamente al blocco numero 13, ricordo che fu la settimana più atroce e orribile della mia vita, il blocco era contornato da grandi finestre, le grandi mura di legname erano talmente spesse che sembravano di cartone ... [segue »]

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