Scritto da: Nadia Consani

Zac


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...una vecchia sedia nell'ingresso e si avviò in salotto dove di solito Ruggero riposava guardando un po' di televisione o ascoltando musica.
"Zac, perché non mi vieni a salutare? Ma... dove siete?"

Il tramonto aveva arrossato il cielo, cosparso di striature azzurrine e il mare sotto la scogliera era calmo e silenzioso, come se volesse ascoltare il respiro un po' affannato di Ruggero che si era seduto sopra una roccia ancora calda per il sole.
Zac era accanto a lui, con il muso appoggiato sulle sue gambe e ogni tanto guardava il padrone, aspettando una carezza.
"Caro il mio vecchio Zac, resterai solo tu con me, dopo che sarò un uomo finito, solo tu non vedrai la differenza e continuerai a volermi bene senza pretendere niente."
Ruggero stava fissando il confine tra il cielo e il mare, mille pensieri si alternavano scivolando dalla mente al cuore, come un mazzo di carte appena aperto e lasciato cadere a ventaglio sopra un tavolo da gioco. Vedeva la sua vita futura come un sequenza di immagini sovrapposte, che delineavano il risultato di un'esistenza vuota, difficile e insopportabile.
Come faccio a dirlo a Arianna? - pensava - come potrebbe sopportare la convivenza con un uomo ... [segue »]
Composto martedì 1 luglio 2014

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