Scritto da: Sergio Bissoli

Ketty e il problema


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...mi graffio le braccia e le mani..."
Restiamo in silenzio. Lei prepara il caffè e il profumo si spande nella stanza.
In salotto ci sediamo sul divano a guardare il vuoto. Lei tace. Io non so cosa dire per consolarla. Le accarezzo timidamente la spalla e sento la lana soffice sotto le mie dita.
"No! Lasciami." Fa lei con un sospiro. "Mi sento troppo male e non ho voglia di niente."
Ancora il silenzio. Ancora il senso di angoscia, di solitudine, di distanza.
Ketty va in un'altra stanza per cambiarsi e io rimango ad aspettare. Nel salotto freddo e semibuio, tende e finestre sono chiuse.
Quando la ragazza è pronta, indossa un paltò, poi usciamo incamminandoci sulla strada che porta al cimitero.
Costeggiamo muri rossastri di mattoni con barbacani inclinati. Luce dorata. Peperoni marciti negli orti. Ci sono fossi pieni d'acqua color ferro e campi di stoppie. Pioppi gialli e spelacchiati si piegano al vento lasciando cadere le ultime foglie. Le pannocchie stanno ad asciugare sull'aia. I gatti si scaldano al sole. L'aria è fredda.
Il cimitero di novembre rivela squallore e abbandono. Il cancello arrugginito è aperto e alcune lance sono spezzate. Gli angioletti di tufo e il ... [segue »]

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