E alla fine si possiede solo ciò che si è dato
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...zattera lunare: le loro braciole di forfora marinate nei nostri umori, la loro colazione bollita nel nostro sudore, i capelli spettinati dal vento dei nostri peti.
Ilona poteva avere cinquant'anni portati malissimo, o settanta portati bene. Non era bella, ma era tanta. Aveva labbra carnose, guance rosso acceso, palpebre come gusci di noce, un alito che sapeva di cane bagnato, ed era larga di fianchi quanto scarsa di astuzia.
Solida e compatta mungitrice ortodossa, piacente in modo grossolano e agricola, era semplice e priva di bizantinismi nella forma così come nella sostanza, pungente però in fatto di umori corporei.
Lei e Tony facevano all'amore sempre al buio, per immaginarsi migliori.
Ilona lasciava la stanza al mattino, ma le sue esalazioni vi stagnavano per tutto il giorno. A causa del suo umidore, perfino la tappezzeria si attorcigliava su se stessa, mentre i vetri si appannavano rimanendo incastonati in quel guscio di umidità e sudore.
Il suo monte di Venere era come la capanna di uno sciamano, e i moscerini della frutta facevano picnic sulle sue cosce.
Ogni tanto, al mattino, mentre lei ancora dormiva, Tony restava interi attimi a osservarla, le sfiorava i radi capelli, la ascoltava respirare, vigilava sulla sua ... [segue »]
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