Quando il cielo si apre.
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...sua biografia con attenzione e rimase stupita dal fatto che quell'uomo, diventò famoso e apprezzato per la ragione che la povertà, la solitudine, i dispiaceri, le ingiustizie erano abiti che un tempo aveva indossato e che adesso, tramite la sua professione, vedeva indosso a tanta gente con cui si soffermava ore per ascoltare le loro storie. Con loro parlava e parlavano volentieri anche coloro che nessun altro giornalista era mai riuscito ad avvicinare. Dovunque lo accoglievano sempre calorosamente.
Come facesse fu sempre un mistero per i colleghi in giacca e cravatta; tutti quelli che gli articoli li scrivevano dietro una scrivania per la notorietà, per compiacere qualcuno e con il sogno dell'ambitissimo premio Pulitzer.
Lui invece famoso lo divenne uguale e per i motivi opposti.
Motivi facilmente comprensibili da quelli che, un tempo, scrivevano col suo criterio. Uno che in prima linea, nel conflitto interminabile con la vita, c'era stato lo si riconosce bene, ed è sempre persona benvoluta e meritevole di stima.
Elisabetta, come ogni donna guardò, la sua foto e pensò "Anche come uomo non è mica male... Potessi conoscerlo e magari lavorare per lui... Ma che dico: quello sempre in viaggio ricco... Almeno avrà cinque segretarie...! ... [segue »]
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