L'ultima opera per Rich
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...di aver avuto queste astrazioni, e sorrise, poi infine guardò chi lo stava salutando: "ciao, Henry, scusa io vado." Disse Rich riconoscendo l'amico, e sfilò rapidamente, alla guida della veloce mercedes, dallo sguardo di Henry, che lo osservava andarsene lento lento, andatura da taxi vuoto, verso casa, là in fondo alla strada, a poche centinaia di metri dal palcoscenico ove era appena finita, in mezzo alle ovazione ed agli applausi di soddisfazione, una tragedia in musica! Una tragedia fatta di realtà stava per consumarsi li vicino, e senza musica, anzi una musica lugubre ci sarebbe stata alla fine, con un maestro, vile e violento, che la dirigeva, non da un podio, ma standosene ben nascosto dentro un'anonimo ufficio. Una tragedia costruita con l'odio vero e sconcertante della vita vissuta! Con la forza brutale e senza sconti della cruda realtà, di quella realtà che si ammanta della rabbia, dell'invidia, della gelosia, del rancore per favori non avuti, dei piccoli miserabili esseri che razzolano alle corti dei grandi. Una tragedia incontrollabile, avvenimenti fuori controllo, inevitabili, immantinenti, immanenti, sovraumani. Rich conosceva ormai del suo destino ogni particolare. Un destino così lontano una volta, quando era nel pieno della mondanità, sulla scena della ... [segue »]
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