Colei che brevemente fu e che mai in vita conobbi
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...momento all'altro, che possa spezzare di colpo l'opprimente monotonia, anche l'arrivo della morte, sarebbe già qualcosa di nuovo, di diverso. Il cavallo, invece, al contrario dell'uomo, mostrava un'espressione profondamente triste, sommessa, rassegnata. Quasi come capisse e partecipasse all'atmosfera del luogo, muoveva uno zoccolo, poi l'altro, quindi rimaneva immobile come in attesa e poi riprendeva nuovamente a muoversi con ritmi lenti ma perfettamente intonati, come il direttore d'orchestra d'una litania funebre. Gli occhi dell'animale, coperti e bassi, sembravano impenetrabili, persi nel vuoto. Il guidatore del carro, ogni tanto volgeva lo sguardo sul quel povero ragazzo handicappato e in quei momenti pareva più umano, meno assente. Ci fu un attimo, ma fu solo un momento, in cui i nostri occhi s'incontrarono. Tuttavia fu un tempo sufficiente per farci apparire strani l'uno agli occhi dell'altro. Lui si stava chiedendo sicuramente cosa ci facesse un ragazzo con i libri di scuola al cimitero di mattina ed io, a mia volta, mi domandavo come facesse un uomo maturo a rimanere così calmo, così tranquillo in un luogo che infondeva tristezza. In quei momenti, pur nella banalità di quelle considerazioni, paradossalmente, la vita mi sembrò più bella, proprio perché piena di situazioni strane ed imprevedibili, degna ... [segue »]
dal libro "Colei che brevemente fu e che mai in vita conobbi" di
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