Colei che brevemente fu e che mai in vita conobbi
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...con un ritmo ripetitivo e monotono, minimale, come un uomo disperatamente solo che, vittima delle proprie paranoie, non riesce a liberarsene mai, neppure quando dorme la notte. Il viso dell'handicappato era allegro, spensierato, assolutamente privo di ogni espressione logica. Eppure io, in quel momento, ero arrivato al punto di invidiarlo per quella sua strana e inconsapevole contentezza che aveva dipinta sul viso, completamente all'opposto del mio che non rideva quasi mai. Mi sembrava quasi un bambino, inconsapevole dei pericoli della vita, ignaro di cosa lo attende.
Alla guida del carro, vi era un uomo sulla cinquantina d'anni. Aveva un paio di baffi folti e pittoreschi che si notavano immediatamente, tipici di certi personaggi siciliani adatti ad essere ritratti in quei quadretti venduti ai turisti come ricordo. I baffi erano bianchi, lo stesso colore argento dei capelli, in realtà pochissimi, vi traspariva infatti un capo quasi calvo. Era intento a fumare una sigaretta più per noia che per piacere. Di tanto in tanto, con ritmi monotoni e lenti, alzava la bocca verso il cielo creando anelli di fumo. Non aveva un'espressione triste, sembrava abituato a quel luogo, piuttosto dava l'impressione di annoiarsi come colui che aspetta che succeda qualcosa da un ... [segue »]
dal libro "Colei che brevemente fu e che mai in vita conobbi" di
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