Colei che brevemente fu e che mai in vita conobbi
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...più a farmi diventare curvo (alla Leopardi per intenderci) che per impartirmi una sottocultura nozionistica. Ho sempre pensato che la vera scuola, te la dà la vita, la strada dove le cose, giorno per giorno, ti insegnano da sole il loro nome.
Si usava nella mia classe ma penso anche in molte altre, per ragioni di convenienza tra compagni di banco, dividere il numero dei libri esattamente a metà per distribuire in parti uguali gli immani sforzi. Il mio compagno di banco, Piero, veniva però da un piccolo paese del messinese, a metà tra la collina e la montagna, Massa San Giorgio, e quindi, per un atto di dovuta cortesia nei suoi riguardi, è andata a finire che i libri praticamente li portavo quasi tutti io, abitando peraltro in centro, non molto lontano dalla scuola. Già, la scuola. Una scuola per ragionieri, l'Istituto Tecnico Commerciale "Antonio Maria Jaci". Mi trovavo ormai a frequentare l'ultimo anno ma mi chiedevo ancora cosa ci facessi io, quasi un genio dell'italiano, fortemente appassionato alla letteratura e alla filosofia che sognava ancora ad occhi aperti di diventare professore di Lettere, in una scuola di ragionieri. Uno dei miei tanti errori nella vita. Mai, mai una ... [segue »]
dal libro "Colei che brevemente fu e che mai in vita conobbi" di
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