La storia che non c'è
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...occhiali per me sono un caso a parte, ne rompo un paio all'anno e mio padre cerca di comprarmi sempre quelli più resistenti. E poi c'è il solito ritardatario, quello che ogni giorno da quattro anni entra in classe dicendo "buongiorno professoressa, scusate il ritardo, posso entrare?". Gomitata significativa alla mia compagna di banco, sguardo d'intesa e poi il solito pensiero. A lui. Lontano poche classi, chissà se l'ha letta la frase che gli ho scritto ieri sul banco, chi sa se capirà mai che sono io. Ma io nascondo, nessuno sa di lui. A fine giornata faccio i conti, i compiti per domani sono troppi, no oggi proprio non posso uscire. Prendo il cellulare dalla tasca. "Kety, Mina oggi non posso, mi dispiace ma oggi niente trio, i compiti mi reclamano!" Seleziono i due destinatari e invio. La risposta è immediata. "Caina" e "Ti odio". Io le amo!. Corro a casa, devo cucinare per papà, mentre vado verso casa lo vedo, è con un amico, la mia mente fantastica, immagino che si avvicini a me, che mi chieda perché lo guardo, dovrei salutarlo, in fondo abbiamo condiviso qualcosa di importante, ma quando io lo fisso lui non mi saluta,... [segue »]
Composto venerdì 10 luglio 2009
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