Il sogno di Franca
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...invece era un punto di riferimento, di appoggio morale, e la scuola, le sue compagne, la lavagna, i libri, l'odore del refettorio e le tende bianche ai finestroni della classe, le facevano dimenticare almeno per qualche ora la stanchezza dell'indigenza.
Agli inizi degli anni trenta, la vita per molte famiglie era piuttosto difficile perché il lavoro per i mariti era precario, i bambini erano più numerosi, le madri non avevano il tempo per coccolarli, la scuola non era obbligatoria e i meno abbienti non vi mandavano i figli per necessità.
Franca faceva parte di questa categoria.
Aveva due fratelli poco più grandi e una sorella di quattro anni, con la quale non "giocava a fare la mamma" ma doveva prendersene cura seriamente, per alleggerire sua madre durante i lavori domestici.
Suo padre lavorava come operaio alla vetreria della città ma da qualche mese lo avevano licenziato perché l'azienda era fallita. La disoccupazione e la difficoltà di trovare un altro lavoro lo avevano scoraggiato, tanto che finiva le sue giornate all'osteria più vicina giocando a carte e bevendo vino.
La mamma, con quattro figli, non poteva fare altro che la casalinga e andare qualche ora a servizio dalle famiglie più facoltose.... [segue »]
Composto domenica 16 maggio 2010
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