Il sogno di Franca
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...La mattina Franca andava a scuola con i compiti fatti spesso sulla carta da zucchero (allora lo zucchero si vendeva a peso, dentro una carta azzurrognola), perché non c'erano i soldi per comprare i quaderni, mangiava al refettorio scolastico organizzato per i poveri e poi di corsa a casa.
Si toglieva le scarpe ormai consumate, e a piedi nudi rimaneva per ore davanti all'uscio di casa con la sorella accanto sempre bizzosa e prepotente, rimpiangendo i giochi festosi che facevano le sue amiche nel cortile di fronte.
Era ancora una bambina, nonostante i segni di una precoce maturità si facessero vedere con il gonfiore dei piccoli seni.
Avrebbe voluto correre e saltare, giocare a nascondino, fare la mamma con le bambole.
Desiderava i bei vestiti che avevano le bambine del vicinato, le merende con il pane e prosciutto o la cioccolata, la bicicletta come quella di una sua amica, una bambola vera per la quale infilare collane con i corallini colorati.
Era stanca del nulla e mai felice, perché quando rientrava a casa doveva anche sopportare l'avvilimento della madre che lavorava per due, i continui litigi dei genitori, i rimproveri ingiusti se aveva dimenticato di fare qualche commissione.
Solo a ... [segue »]
Composto domenica 16 maggio 2010
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