Scritto da: Andrea Bidin

Estenuante percettività


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...schematicamente, come fossero in un qualunque ufficio.
Quell'idea si fissò nella mia mente dopo aver ascoltato un programma radiofonico durante il quale avevano intervistato un famoso scrittore. Egli dichiarò placidamente che per scrivere un libro ogni anno e mezzo circa fosse necessario avere metodo e spirito di abnegazione in abbondanza. Solo in quella maniera era riuscito a creare delle storie interessanti in così breve tempo. Per lui scrivere era prima di tutto un lavoro, di conseguenza quella meticolosità era assolutamente giustificata. Anzi, necessaria.
Avevo letto un paio dei suoi libri più acclamati dalla critica: a mio parere non erano nulla d'eccezionale, ma forse era solo quel pacato senso d'invidia che non mi abbandonava mai mentre leggevo le sue opere a farmi pensare così. Forse dovevo semplicemente ammettere con rispetto ed umiltà che ognuno lavora a modo suo, e che ogni creazione va rispettata, di qualità o meno che sia.
Decisi di accettare la situazione senza piegarmi ad essa.
Già, perché probabilmente per ribellione al senso di dovere implicitamente legato ad un'attività lavorativa, o forse per non rovinare la percezione che avevo dello scrivere, non mi imposi mai di mettermi seduto ad una scrivania con quell'intento, a meno che non fossi ... [segue »]
Composto martedì 14 settembre 2010

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