Quel giorno al parco
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...lago. Le sue gambe, appesantite dalla stanchezza e dalle emozioni della giornata, decisero di fermarsi. Nel frattempo, il rumore era chiaro e pareva che provenisse proprio da quel cespuglio.
Provando ad alzare il tono della voce, non potendo fare altro, chiese se c'era qualcuno. Era un esperimento più con se stesso per mettere alla prova il suo stato emotivo.
Si udiva uno strano respiro, con le mani Mario avrebbe potuto creare spazio in quel disordinato cespuglio e capire, definitivamente, cosa fosse.
Provò a chiudere gli occhi e avvicinarsi.
Due occhi grandi e scuri come una caverna lo stavano osservando, quasi in attesa supplichevole di una sia decisione.
Un meraviglioso cucciolo di Labrador era di fronte a lui.
Al suo morbido collo, legato da un nastro da regalo, c'era un biglietto.
Mario tolse il piccolo foglio di carta, dopo aver accarezzato la morbida testa di quell'essere tanto amorevole.
Lo lesse e il suo cuore tornò a battere forte:" Sogna, sogna fortemente se vuoi che tutto si avveri".
Immediatamente si mise a cercare quell'altro biglietto che aveva trovato nella sua tasca, ma invano, era sparito.
Un colpo di vento fece volare via ogni cosa ma il cucciolo era lì immobile, ancora in attesa.
Mario lo sollevò da quella terra umida stringendolo forte a sé.
Il suo volto fu inumidito da mille baci.
Lo avrebbe chiamato Lux.
Fine.
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