Quel giorno al parco

...questi i momenti che convincono l'uomo del suo livello di autonomia intellettuale nei confronti del prossimo e, soprattutto, verso se stesso.
Appariva evidente che quel cane possedesse anche doti telepatiche, riuscendo a leggere nello sguardo del suo padrone l'intenzione di portarlo con sé alzandosi di scatto, con l'agilità di un atleta.
Scodinzolava con moderata allegria, in attesa della conferma ufficiale.
Poi, finalmente il guinzaglio.
Dal buio dell'atrio del portone s'iniziava a intravvedere qualche fiocco di neve. E il freddo pareva essersi quietato, stranamente.
L'edicolante, meravigliato di vedere Mario a quell'ora tarda del mattino, gli porse il giornale senza attendere che l'altro parlasse.
Mario amava molto questo genere di attenzioni.
Ritornò al suo bar, si sedette a un tavolo con Lux, questa volta, nascosto tra le gambe.
Il solito Martini era già sul tavolo, senza bisogno di farne richiesta, proprio come il giornale.
Iniziò a sfogliare il giornale dall'ultima pagina, cosa che faceva spesso.
Avvertiva un'emozione doppia, sapeva che poi avrebbe letto le notizie più importanti, quelle da prima pagina.
Lux, nel frattempo, col muso appoggiato su una scarpa di Mario, osservava i clienti con quella finta aria distratta, quasi sonnecchiante.
Sempre le stesse notizie, sempre quel modo di scrivere poco ... [segue »]