Scritto da: Gianluca Frangella

(A)mare


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...E, ancora, c'erano le mucche e i tori. Lontano si vedevano le mandrie di cavalli correre al galoppo verso la vallata sottostante.
Lì, nel gioco di ombre del sole in tramonto, appariva dritto in piedi Phil. Il dorso nudo, dalla pallida pelle imbrunita solamente nelle braccia, e la sua tavola appoggiata sul terreno.
Immobile fissava l'erba inchinarsi al soffiar del vento. Immobile, fin quando una voce gli chiese:
- Ehi, Phil, cosa aspetti?
- l'onda giusta, ragazzo mio, l'onda giusta.
C'è chi sosteneva Phil fosse pazzo. Alcuni ragazzini del paese lo tenevano alla larga "mia madre dice che Phil è un poco di buono, è matto!" Bisbigliavano timorosi di essere ascoltati.
Chi poteva dirlo? Personalmente mi piaceva. Per me era solo un grandioso sognatore e i suoi sogni mi accompagnavano nel suo mondo. Era fantastico oltrepassare i confini della realtà.
Phil era dritto in piedi. Dal basso, dove ero io a guardare lo spettacolo, l'ennesimo show, non si riusciva a vederlo nel viso. Si distingueva una sagoma di un individuo eretto, come una statua, che teneva una tavola sotto braccio.
La tavola cadde in terra. Ci poggiò sopra un piede: si guardò intorno. Ci fu silenzio. Di colpo, nel frastuono di luci ... [segue »]

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