Caronte
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...Una palude di dolore. Di desolazione. Iracondi passavano per quelle rive fino a quando un sinistro figuro tornava. Sonava una campana e guardava con occhi vitrei. Cattivi ma assai luminosi.
Mi nascosi dalla curiosità vinta ma certa che dovevo salire su quella barca che tanto significativa appare.
Flegas sentì dire dal sibilo del vento. Ti trovi a Stige ad un passo dal tormento.
Era la grande madre che apparirmi seppe. Vesta si rifletteva luce nella nebbia. Signora di virtù e bellezza senza pari.
Fece un cenno per la via davanti.
Seguir la seppi con decisione. A terra ivi un manto e accostato un legno per me sola.
Lo sguardo del Dio illuminava l'acqua fetida e il puzzolente fango che tra i canneti crea abissi e vortici di nefaste condizioni.
Dolore e lamenti seguivano il corso. Si è Stige il mio fiume.
Mi avvicinai passando all'oscuro figuro e nel viso nascosto dal mantello, mi parve di scorgere ma forse mi sbagliavo un non so che di famigliare ma cupo!
Il mio volto porta l'uomo che rema e non parla.
Si è fermato e, sibillino ha voltato per un secondo dal mio lato lo sguardo!
Ho creduto mi scorgesse tra i canneti e la ... [segue »]
Composto mercoledì 20 dicembre 2017
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