In fondo al bicchiere
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...seconda sigaretta, presi una decisione: andare al solito bar. Erano le tre del pomeriggio. Il sole ossessionava il quartiere.
Il bar era l'angolo di un club. Da una porta a due ante con oblò di vetri oscurati entravano orde di ragazzini vocianti, decisi a rimbecillirsi con musica a tutto volume e roba chimica a buon mercato. Erano liceali, senza troppi peli sul viso, Per loro la disco apriva il pomeriggio. Dall'altra parte c'era l'ingresso per il bar. I due posti erano collegati da un corridoio stretto e lungo, con le luci soffuse. Dalla disco al bar l'ingresso era libero, dal bar alla disco no, serviva un timbro sul braccio, di quelli fosforescenti.
Andavo lì tutte le volte che ero solo. Lei partiva per il suo lavoro che la portava in giro per il mondo, io coltivavo quel piccolo vizio. Del bar non aveva mai saputo niente.
Una volta nel locale fui invaso da un terribile puzzo di fogna. Feci qualche passo. Raggiunsi il bancone, mi sedetti e accesi una sigaretta. Non ebbi neanche il tempo di dare la prima boccata che una specie di energumeno puzzolente mi si fece incontro, barcollando. Aveva capelli lunghi, schiacciati sulla testa da un spessa ... [segue »]
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