In fondo al bicchiere
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...e puzzolente. Intavolarono una discussione sulle bettole che ci sono nel quartiere e sulla gente che le frequenta. La bionda non sembrava annoiarsi.
Il sacco di letame dall'altro lato, intanto, barcollante com'era venuto, andò via, sempre con quel suo stupido sigaro tra le dita. Probabilmente stava andando nella disco a cercare qualche ragazzino sballato a cui vendere la sua robaccia.
Dopo qualche minuto la bionda al mio fianco fece cenno all'uomo baffuto e corpulento di seguirla. Si incamminarono verso l'uscita con movimenti lenti e controllati. Mi alzai anch'io. Vidi la bionda e l'altro entrare in macchina, una vecchia decappottabile aperta. Tre minuti le bastarono. Tornò nel bar. Dopo venti minuti ne sarebbe venuta fuori con un altro tizio. Sapeva fare il suo lavoro.
Già, lavoro. Quello che non avevo più. Alla mia età un bel casino.
III
La mattina successiva, quella del quarto giorno, il telefono squillò troppo presto. Non aspettavo telefonate importanti. Nel dubbio non risposi. Tentai di riaddormentarmi.
Di solito non era un grosso problema, ma quella mattina non ci riuscii. Il mio pensiero andava sempre a lei: pelle candida come la neve e capelli colore della paglia. Era lontana, in Africa. In Egitto. L'archeologia l'aveva portata lì, in ... [segue »]
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