In fondo al bicchiere
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...un villaggio nel nulla a qualche centinaio di chilometri da Alessandria. Le piacevano i lunghi silenzi delle notti nel deserto. Almeno così mi diceva nelle fugaci telefonate serali. Ero solo.
Dopo un'ora in dormiveglia decisi di alzarmi. Andai in bagno. Con uno sforzo estremo riuscii a infilare la testa sotto l'acqua ghiacciata. Ero ancora un dannato disoccupato.
Nove del mattino. Non sapevo come impiegare il tempo. Mi prese uno strano groppo alla gola. "Senza lavoro", pensai. Suonava male. Dovevo fare qualcosa.
IV
Decisi di uscire. Dovevo trovare un altro posto. Non volevo che lei, al ritorno dall'Africa, mi trovasse in quelle condizioni. Non le avrei parlato del licenziamento. Il discorsetto era già pronto: "Volevo cambiare, ripartire. Cercavo nuovi stimoli, ho avuto una buona occasione, le cose in azienda andavano male già da un po', e bla bla bla". Cose così insomma. Avevo ancora qualche settimana di tempo.
Salii sull'auto. Vagai a lungo per le strade periferiche della città. Cercai con lo sguardo uno di quei cartelli "Si assumono magazzinieri" o cose del genere. Non avevo grosse pretese. Volevo fare qualcosa di poco impegnativo. Non avevo più voglia di pensare. Il panorama del quartiere era il solito: spazzatura, bambini sporchi ai semafori,... [segue »]
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