In fondo al bicchiere
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...guardia nel locale della tipa. Cento a notte. Era già qualcosa.
Scolai le ultime birre. "Devo trovare al più presto un lavoro, uno vero", pensai. Non avrei potuto prendere a calci ragazzini ubriachi per tutta la vita. Intanto, il ritorno dall'Africa si avvicinava. Un velo di nostalgia, poi il sonno ristoratore.
V
"Ristrutturazione aziendale e riallineamento del personale alle nuove esigenze del mercato". La chiamavano crisi globale. Io sapevo solo che mi avevano fregato. E non mi piaceva.
Quella mattina – era il quinto giorno da disoccupato - per prima cosa accesi una sigaretta. Poi presi un pezzo di carta sporco di caffè. Scrissi una frase apparentemente senza senso: "Scelta netta, lucida, definitiva". Il fumo denso e piatto mi avvolgeva come un sudario, disegnando una forma oscura.
VI
La mattinata seguente – sesto giorno - fu una di quelle che non possono essere definite memorabili. Mi alzai dopo mezzogiorno, mangiai poco e male, tracannai un paio di birre e fumai qualche sigaretta. Affrontai la giornata in modo rassegnato.
Dopo un paio di ore su Internet a leggere annunci, andai in centro. Avevo bisogno di aria. Mentre fumavo una terribile sigaretta indiana, vidi un cartello: "Guadagnare lavorando a casa". C'era un numero di ... [segue »]
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