In fondo al bicchiere
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...donne in vendita. Dopo mezzora misi la terza, la quarta e tornai indietro. "Per il lavoro vedrò domani". Non avevo fretta, almeno non ancora.
Appena nel mio appartamento stappai una bottiglia di birra, mi adagiai sulla poltrona e accesi prima una sigaretta e poi la tv. Sentii suonare alla porta. Mi alzai di malavoglia e aprii.
Era un amico. Si accompagnava a una tizia di cui mi aveva parlato la sera prima. Gestiva un locale notturno e cercava buttafuori. Poteva essere un modo per sbarcare il lunario.
"Ciao, questa è la tipa che ti dicevo", confermò. "Possiamo entrare".
"Entrate pure", dissi.
Lei indossava una gonna nera stretta che le fasciava, in vita, una camicia bianca ben stirata. I capelli erano rossicci, frangetta squadrata. Lui aveva in mano una confezione da sei birre, probabilmente per farsi perdonare qualcosa che non ricordo. Iniziai a scolarmele una dopo l'altra mentre la rossa mi faceva un discorso che finsi di ascoltare. Quando smise di parlare mi alzai, andai in bagno e vomitai.
Tornai nella stanza. Vuota. Spariti. Per fortuna non avevano portato via le birre.
Eravamo d'accordo. Di tanto in tanto, dalle dieci di sera alle quattro del mattino, avrei fatto il cane da ... [segue »]
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