Scritto da: Davide Bidin

Aldilą del Male


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"Ancora una volta davanti a te"

soavi le note sputai nell'aere

"tutt'altro che solo, mi par d'essere"

Terminai l'inno iniziale con malinconia.
Malinconia nei confronti della distesa oceanica che, come un muro composto da cocci di vetro, s'ergeva di fronte.
Solo e nel vuoto mare.
Da quando riesco a ricordare son qui.
Sempre qui.
Senza alcuno con cui parlare, con cui filosofeggiare e discutere.
Nessuno da insultare o elogiare.
Nessuno con cui ridere o frignare.
Solo.

"Che due palle"

Sussurrai facendo leva sull'ultima lettera quasi smorzando il tono astioso della frase.
Mi sentivo cosģ del resto.
Astioso.
Ricolmo di livore per la mia situazione.
Solo.
Senza nessuno con cui prendermela.
Nessuno a cui dare la colpa per la mia deriva oceanica.
Nessuno oltre me stesso.

"C'č alcuno?
C'č qualcuno che voglia parlarmi?"

Colloquiai delirando mentre volteggiavo, scordinatamente, sulla zattera di legno che mi separava, senza gran successo, dalle gelide acque dell'abisso.

"Deve pur esserci qualcuno.
Magari tra voi pesciolini?"

Mi chinai verso il mare, gettai la mano sinistra dentro, con l'unico risultato di increspare la piana salina che mi circondava indisponente.
Tolsi velocemente la mano portandola al petto, tenendola stretta con il braccio destro.
Terminai il tutto singhiozzando.
E tra le lacrime un grido.

"Non ce la ... [segue »]
Composto domenica 15 gennaio 2012

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