Scritto da: Anna Maria

Quasi un tocco d'ali


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...ne invadeva un terzo.
Ecco, la sentenza era emessa e al solo pronunciare quella parola, la mia vita è cambiata. La mente ha iniziato a lavorare vorticosamente e mi sono sentito estremamente razionale. Ma come dirlo ai miei cari, cosa sarebbe successo dopo, avrei avuto il tempo di sistemare le mille cose in ballo e mettere in ordine?".
Mentre mi raccontava, intuivo che la sua, era una condizione di tacita ambivalenza: da una parte era come se non riuscisse a credere che ciò che stava accadendo fosse reale, e dall'altra nutriva la speranza illusoria, che tutto tornasse al più presto, come prima. E, una risposta emozionale a tutto questo era rappresentato dalla collera, dall'irritabilità e dall'amarezza orientata talvolta verso gli infermieri, poco verso i medici.
Paradossalmente però, mi rendevo conto che la presenza di questa emozione, indicava che il suo processo di adattamento alla malattia, era ancora parziale e che la collera era suscitata perché l'attenzione veniva spostata sulle persone ritenute responsabili piuttosto che sui contenuti della propria paura.
La collera, infatti, è più frequente proprio da parte di quelle persone la cui immagine personale si è costruita sull'autonomia, sull'indipendenza, sull'intraprendenza e sulla forza, come se la stessa collera sia ... [segue »]

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    Scritto da: Anna Maria
    Dedica:
    A Vito e a tutti i pazienti che hanno attraversato la mia vita.

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