Il pianto della regina
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...era consapevole di non aver sbagliato.
Sentiva le lacrime riscaldarle gli occhi, ma non doveva lasciare che scendessero copiose sul suo viso, doveva farsi forza, doveva fingere di stare bene, di non sapere niente e di non aver visto niente; respirò profondamente e solo dopo qualche secondo si rese conto che il re parlava con lei già da un pezzo.
Cercò di prestare attenzione alle sue parole anche se, solo sentire la sua voce la faceva star male, avrebbe voluto alzarsi e gridargli in faccia che era un uomo subdolo, meschino e vigliacco, ma era il re, non poteva farlo, sarebbe stata uccisa come un criminale.
"Oggi sono stato in giro per le campagne del regno, volevo vedere di persona qual'era la condizione dei contadini e devo dire di esserne rimasto soddisfatto, sembravano tutti contenti. Per questo ho fatto tardi, non pensare a male, lo leggo dai tuoi occhi che sei arrabbiata con me per questo ritardo."
La regina alzò lo sguardo verso il marito: "Non sono arrabbiata, sono soltanto stanca, ho bisogno di ritirarmi nei miei appartamenti."
Si alzò in piedi e si diresse verso la porta, pensando dentro sé: "Infame, ti sei giustificato! Mi hai fatto capire che ... [segue »]
Composto giovedì 2 giugno 2011
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