Scritto da: Stefania Meneghella

Vita d'attesa


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...alcuni problemi, ma non così tanti. Il dottore le diceva che soffriva di alcuni cambiamenti d'umore, forse dipendeva dal suo carattere o forse dalla sua storia così dolorosa. Ma in fondo stava bene, anzi essere in quella famiglia le dava sempre più la forza di andare avanti, nonostante tutto. Quasi nessuno era a conoscenza dei suoi piccoli segreti, semplicemente voleva indossare una maschera. Voleva mostrare alla gente la felicità, il sorriso, l'innocente gioia. Ma quegli assistenti sociali volevano mandarla via da quella giostra che le piaceva tanto e da quel paesino così piccolo ma così affettuoso. Ogni sabato si recava, quindi, dallo psicologo. Voleva risolvere i suoi problemi e doveva ammettere che si sentiva meglio andare lì. Anche se, dentro sé, nel suo inconscio più profondo, al di fuori della sua memoria, c'era ancora qualcosa che, dall'infanzia, era stato precluso. A dir la verità, nemmeno lei sapeva la verità, nemmeno la ricordava. In quel 2010, aveva rimosso tutto del suo passato, l'aveva detto anche lo psicologo. Credeva che avendo sofferto troppo, avesse chiuso tutti i momenti malinconici in una scatola segreta del suo cervello e avesse persino gettato la chiave. Ma c'era ancora qualcosa di irrisolvibile, così misterioso. Dentro sé,... [segue »]
Composto giovedì 12 gennaio 2012

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