Scritto da: Stefania Meneghella

Vita d'attesa


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...di sangue dappertutto, e completamente priva di sensi. La sirena dell'ambulanza accompagnava i suoi pensieri e si recarono in ospedale. Sua sorella stava piuttosto bene, ma "tentato suicidio", i dottori lo definirono così. Helena scoprì il significato di quella parole in quella giornata estiva. Semplicemente, sua sorella odiava abitare in quella casa, odiava quella famiglia, odiava tutto di quel posto e voleva andare via. E i suoi genitori odiavano il modo in cui li trattava. Ed Helena odiava quella situazione. Nelle notti più cupe, si rifugiava nei suoi sogni per sentirsi protetta, a volte sognava la mamma, a volte sognava un mondo diverso. A volte sognava una "lei" felice e a volte, lo era davvero. Ma solamente in pochi istanti. Perché, in quegli anni così tempestosi, Helena continuava a vivere in quell'intramontabile e lunghissima attesa. Continuava a sperare che, un tempo, le cose si sarebbero sistemate. Semplicemente aveva fiducia in un futuro altrettanto migliore. E da bambina piccola ma indipendente, da bambina così fiduciosa e così speranzosa, da bambina sorridente, in quella giornata estiva, e in quel mare colmo del suo sguardo marino, si recò in quel parco che amava tanto. Osservò gli uccelli che svolazzavano e le farfalle che ... [segue »]
Composto giovedì 12 gennaio 2012

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