Scritto da: Andrea Manfrè

La marea


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...guerriero, guardò attentamente per cercare tracce di vita, guardò sperando di non essere l'unico sopravvissuto, poi s'incamminò verso la collina, sperando, sperando nella misericordia di Dio, quel Dio misterioso che prime ferisce e poi desidera d'esser perdonato. L'aria umida leggermente profumava di salsedine, e l'olezzo degli animali sventrati dalla furia dell'onda assassina saliva per l'aria, un fetore frammisto a rabbia e disperazione. Nerver attesa qualche attimo e prima di rientrare in casa si fermò sulla sommità della collina, solo, racchiuso dentro irritanti pensieri di desolazione.
"Nerver, Nerver! "
Lui si girò di scatto, buttando l'occhio intorno alle cose, con le mani aperte in quel cielo pastello e la mente irrigidita. Nerver nell'attimo non si accorse che una lunga fila di persone dal mare proseguiva verso la collina: donne con i volti luminosi e vecchi arzilli con le folte barbe impastate di salsedine, e piccoli dai corpi delicati e aggraziati. Indietreggiò Nerver, indietreggio, poi vide la moltitudine e, nel tentare di fuggire rotolò sul fianco della collina e terminò la sua folle corsa proprio sulla spiaggia.
"Nerver, Nerver, per l'amore del cielo, aiutaci…" – disse con voce fievole la donna corpulenta che adesso in piedi sostava proprio davanti a lui.
Nerver non ... [segue »]

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