Scritto da: Andrea Manfrè

La marea


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...Il suo desiderio era chiaro, in lui c'era la speranza che l'isola potesse ritrovare l'antica luce, Nerver pensò che quelle apparizioni fossero opera del destino e si convinse che non c'era nulla di male ad assecondare anche quella voce che continuava a comunicargli che forse stava diventato folle.
"Nerver, sei rimasto da solo e solo tu potrai esaudire il nostro desiderio", continuò la donna.
"Di quale desiderio parlate, signora? " – disse lui, felice per un verso, dall'altro terrorizzato dalla stranezza dell'evento.
Sulla spiaggia il vespero adesso s'agitava, tra le onde aggraziate invece il vento si era insinuato e aquiloni d'ombra già solcavano quel cielo azzurro e maestoso. C'era quiete intorno alle cose e si palpitava preghiera e perdono, amore tra la terra fangosa, oltre la collina, sui legni delle barche sventrate, dentro i sorrisi lievi di quelle strane presenze spuntate dall'oceano.
Nerver attese prima di prendere una decisione, anche se non intuì quale desiderio doveva esaudire, non capì all'istante la natura di quelle presenze che adesso sostavano come foglie accarezzate dal vento sulla spiaggia e che sembravano a volte onde, a volte fantasmi e nell'attimo seguente di tramutavano in essenza, sparivano per riapparire ancora, immateriali e altere come i ... [segue »]

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