Scritto da: Andrea Manfrè

La marea


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...si perse d'animo, cercò d'evitare la paura, consapevole che qualcosa di straordinario era successo, certo che non c'era nulla di cui preoccuparsi. Adesso non era solo, quelle strane presenze erano venute dall'oceano, fatto alquanto insolito naturalmente, ma lui non badò alla cosa, felice di non essere solo, felice che l'isola si ripopolava, che l'isola avrebbe rivisto la luce, la pace, l'amore e, nuova bellezza.
Nerver attese, si alzò e, dopo essersi toccato le gambe e le braccia insanguinate, fece cenno alla donna di seguirlo.
"Nerver, Nerver, allora non capisci…" – disse la donna corpulenta, sollevando gli occhi al cielo, forse in segno di devozione, forse ad invocare ancora la presenza di Dio.
Lui attese qualche istante, mentre il tratto di spiaggia antistante la collina s'era già colmato e quelle strane presenze aleggiavano come fantasmi, sembravano piccole fiammelle, tutte pronte e in attesa di qualcosa che doveva ancora avvenire.
Nerver si portò le mani tra i capelli, mentre un vocio indistinto s'alzava per l'aria e molti bambini già giocavano e scherzavano, si rincorrevano tra le onde, danzavano come fantasmi sui relitti delle barchette martoriate dall'onda assassina. Nerver non si perse d'animo nemmeno in quell'attimo, anzi s'illuminò, trovò vigore e nuova energia.... [segue »]

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