La Bella e la Notte
Capitolo: 2 - L'incendioScegli la pagina:
...estate, avevamo lasciato i nostri bicchieri ai piedi dello scalino, io all'interno, tra me e lei, lei all'esterno, esposto al viavai dei passanti. Le suggerii di metterlo affianco al mio, tra noi, per evitare che qualcuno, urtandolo - magari accennando qualche improvvisato passo di danza-, glielo versasse addosso. Così fece. Finì che alzandomi per salutare un'amica, fossi io a rovesciarle sul vestito corto, che scopriva le gambe abbronzate, sia il mio che il suo "drink". D'allora, faceva finta di non vedermi, se c'incrociavamo. Avrebbe cambiato atteggiamento, dopo?, le stavo andando a mettere il sale sulla coda, e - se non bastasse - sul posto di lavoro, ben altro che qualche goccia di Martini sulla gonna in cotone rosa. Andò meglio di quanto temessi. Sollevò il capo dalle carte e m'inquadrò, all'istante; restai immobile, senza dire una lettera. Lei si abbandonò sulla sedia, spingendosi all'indietro fino al muro, ed allungò le gambe sotto la scrivania; sbuffò, poi si mise le mani nei capelli. Aveva afferrato che l'avevo afferrata; alle volte il mio lavoro lo detestavo, era una di quelle. Il suo datore di lavoro era assente, circostanza che mi facilitò il compito. Come sempre in simili.
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