Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 4 - Il morto che urla (sotto l'albero di Natale)

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...dondolo; un monumento ai piaceri della vita, bianco, che s’innalzava sulla sommità della collinetta. L’altura verde di prato all’inglese, raso quotidianamente dal giardiniere, a giudicare dalla cura con cui era tenuto. L’attraversavo sulla stradina in pietrisco -per il transito delle automobili- con le statue di marmo ai lati; si avvicinava mezzogiorno, stavo raggiungendo la dorata residenza, presso la quale avevo appuntamento, a bordo del mio catorcio. Mi chiedevo come mai la stradina in ghiaia non fosse dotata di sistemi idonei ad impedire il passaggio ai rottami: era la via d’accesso ad un villone da favola, mica l’entrata del demolitore; un macinino che arranca (il mio) per fare il suo ingresso nella casa delle fate, non s’è mai visto. Il padrone di casa m’attendeva nel suo studio; un anziano signore dall’aria distinta, con la vestaglia e le pantofole, griffate con lo stemma di famiglia; il ceppo ardeva nel camino, conferendo al dialogo tra noi sconosciuti un aspetto confidenziale. Contribuiva a riscaldare l’ambiente lo “scotch” invecchiato, che la maggiordoma in guanti bianchi e minigonna nera ci aveva servito in bicchieri di scintillante cristallo, posati su un carrello a due piani. L’apparenza non inganni; sapevo che pesce fosse, il padrone di casa: uno ... [segue »]

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