Riflessioni sulla storia e sull'istanza esistenziale nella poesia di Pietro Nigro
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Per Pietro Nigro la poesia è diventata il linguaggio comunicativo più consono e immediato, attraverso il quale esprimere sé stesso e il suo mondo interiore. Lo testimoniano le pubblicazioni che si sono succedute come frutto di un'ispirazione costantemente all'altezza dei tempi. Gli esordi avvengono con Echi di vita (1981), silloge seguita da Il deserto e il cactus (1982), Versi sparsi (1988), Miraggi (1989), l'attimo e l'infinito (1995), Alfa e Omega (1998), Astronavi dell'anima (2003), Riverberi e 9 canti parigini (2003), i Preludi (2005). Nigro è autore anche di un libro di riflessioni: Notazioni estemporanee e varietà vol. I e ii (2007). Inoltre è presente in vari repertori letterari e nel Dizionario Autori Italiani contemporanei.
Già nella prefazione a l'attimo e l'infinito annotavo che la poesia di Nigro nelle sue valenze più incalzanti, riconoscendolo poeta della malinconia, sa creare liricamente la bellezza dei lontani, ineffabili orizzonti negati all'umano vivere quotidiano, racchiuso in assurde movenze e in una condizione priva di significato. C'è del resto in lui un respiro "epico-classico" che ci rimanda alle radici più antiche, della nostra cultura, della quale spesso non abbiamo più memoria. Da quelle civiltà letterarie, dall'esperienza del dolore, dalla riflessione sulla storia ha dedotto probabilmente il ... [segue »]
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