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...dare questo miracolo e sapere che il delinquente sta pagando con una pena non risolve il dramma. Il problema certezza della pena diventa un atto di vanità sociale e un fermare qualcuno che continua a devastare le altrui vite. Quando trascorre il tempo e dalle macerie si costruisce il futuro che si fa presente, rimane il dolore profondo che si modella e si fa esperienza metabolizzata. Il tempo poi diventa amico e ingannatore. Più di tutti, l'offeso con il tempo si rende conto che anche una giustizia che arriva dopo è inutile alla verità dei fatti. La vittima originale si rivolge al giudice più alto per la restituzione della pena. Chiede la dannazione delle anime e dimentica la favola del perdono. Nessuno può restituirgli nulla. Tanto più un tribunale. La lotta dunque è solo un attendere la grande giustizia divina. Questo conforta l'attesa e aiuta a realizzare il futuro. Considerare l'esistenza di Dio oltre la vita diventa forza e coraggio verso le avversità. Capita anche un altro pensiero distorto in questi casi. Quello di gioire della malattia o della disgrazia avvenuta all'aggressore. Erroneamente si ritiene essere capacità di Dio di restituire la giustizia. No. Non è vero neanche questo. Guai ... [segue »]
Composto giovedì 23 novembre 2017
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