Scritto da: Fragolosa67
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...se lo fosse! Io mi sono sempre imposta di non crederlo. Vorrebbe dire che quell'uomo può ottenere la clemenza e paga con una malattia o una disgrazia anziché con la dannazione. A questo punto credo che l'atto più onesto che si può fare verso il ferito dal male è rieducare la popolazione quando è giovane. All'interno delle scuole insegnando loro la morale. Cosa che le chiese cercano di fare. La rieducazione dell'individuo a mio avviso, recuperata la consapevolezza dell'atto rende nella coscienza il dolo causato restituendo una giustizia superiore. La capacità di intuire che la morte è prossima per tutti come la sua condanna ad essere dannato. Per me, il vero momento della restituzione della giustizia si trova negli ultimi istanti prima di morire e immediatamente dopo. Questo tempo appartiene per legge a chi ha qualcosa da chiedere a Dio nei confronti del defunto reo a Dio. La paura del colpevole di fronte all'incognita del dopo, cosciente di cosa si è macchiato, rende giustizia non a chi l'ha impone a Dio rifiutando il perdono ma alla vittima stessa del reato. L'ucciso se trattasi di morte nei soli effetti ricevuti. La sofferenza e la paura di dover pagare il proprio crimine.... [segue »]
Composto giovedì 23 novembre 2017

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    Scritto da: Fragolosa67
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    La detenzione.

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