Scritto da: Daniele Alberani

La Tormenta


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...Lei amava alla follia John, eppure aveva lasciato che si facesse impiccare nonostante sapesse che fosse stata Jane, sua moglie, a uccidere il piccolo Tim e la piccola Rose.
Suo marito la prese male, molto. Giurò che si sarebbe vendicato a modo suo. Sapeva quali erano le sue intenzioni. No, non glielo avrebbe detto, aveva troppa paura.
E ora Tom stava lì, disteso a terra con un osso piantato nel collo, di fianco a una bambina che lui aveva ucciso. "No, non l'ha uccisa lui". Così come non era stato il boia a uccidere John, così come non era stato il ragazzino a uccidere suo marito. Non era stata Jane a uccidere i suoi figli. Accusarla era inutile perché ormai l'aveva capito.
Era colpa sua se i suoi bambini non c'erano più, se suo marito non poteva più giocare a palle di neve con loro, se la piccola Clair non avrebbe avuto mai un figlio. Era colpa sua. Della sua dannata paura.
Corse da uno degli uomini e gli strappò dalle mani una daga puntandosela alla gola.
Un rumore metallico. Un pianto sommesso. Una risatina incontrollata. Le mani nei capelli. Gli occhi dall'espressione vacua colmi di lacrime. Sul volto un ... [segue »]

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    Scritto da: Daniele Alberani
    Riferimento:
    Nasce come un racconto fantasy. Probabilmente i dialoghi sono stereotipati e alcuni espedienti per trascinare la trama sui binari che avevo in mente non sono stati dei più sensati.
    Lo stile si avvicina molto (moltissimo) a quello di G. R. R. Martin. Che altro, se vi va di leggere un racconto che rasenta il noir (così mi è stato detto) e che lascia al lettore l'intuizione, beh sprecate qualche minuto per leggere "La tormenta", altrimenti fa niente.
    Ogni commento, critica o consiglio sono sempre graditi.

    Commenti

    1
    postato da , il
    Bello. Come hai detto, stile forse troppo vicino a Martin e alcune incongruenze. Il lavoro è lodevole, un ottimo inizio, un'ottima caratterizzazione del personaggio principale, con dubbi e contraddizioni tipiche dell'età del ragazzino che già vuole diventare grande. Si perde un po' nella fase centrale anche se considerato che deve essere concepita nel lettore l'idea della sua vita normale ci può stare. Interessante l'intreccio che si viene a creare e, devo dire, lasciando l'intuizione al lettore anche nel finale, senza dare una completa e assoluta visione delle cose sei riuscito a creare quella sensazione di 'scomodità' tipica dei thriller o dei noir, mettendo nella testa di chi legge mille idee che si aggrovigliano e danno spazio a interpretazioni, rendendo eccitante anche il dubbio. Un buon lavoro, da migliorare, come hai sottolineato, ma un bel lavoro. ++++++++

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