Scritto da: Daniele Alberani

La Tormenta


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...non piangono. Lui un uomo? Aveva paura che non lo sarebbe mai diventato.

Margaret

"No! Non farlo! I miei bambini!"
"Zitta troia! I tuoi bambini sono dei bastardi! È mio marito che te li ha dati, non è così? È stato il suo seme a generare questi bastardi, vero?!"
Rabbia, istinto assassino, gelosia, odio. Ecco cosa esprimeva la voce acuta, tesa fino allo spasmo, di Jane.
Fu leggendo i sentimenti di quella donna che cominciò ad avere paura.
"Per tredici anni è andata avanti questa storia! Per tredici anni e io non ne ho mai saputo nulla! Che stupida, che stupida sono stata! Come ho fatto a non accorgermene?!"
"Jane, ti prego, ragiona, non fare cose avventate!"
Una risata gelida. Aghi di ghiaccio percorsero il corpo tremante di Margaret.
"Tu Meggy? Tu vieni a parlarmi di avventatezza?"
Ancora quella risata e quello sguardo, lo sguardo folle di chi vede soltanto il sangue.
La mano di Jane andò ad afferrare uno stiletto da sotto la gonna. Fu il sorriso sadico che si stampò sul suo volto a far cedere le gambe di Margaret.
"No... Non lo fare..."
Le parole le uscivano a fatica. Dolore, provava un dolore intenso all'addome e al petto. Gli urli dei suoi bambini ... [segue »]

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    Scritto da: Daniele Alberani
    Riferimento:
    Nasce come un racconto fantasy. Probabilmente i dialoghi sono stereotipati e alcuni espedienti per trascinare la trama sui binari che avevo in mente non sono stati dei più sensati.
    Lo stile si avvicina molto (moltissimo) a quello di G. R. R. Martin. Che altro, se vi va di leggere un racconto che rasenta il noir (così mi è stato detto) e che lascia al lettore l'intuizione, beh sprecate qualche minuto per leggere "La tormenta", altrimenti fa niente.
    Ogni commento, critica o consiglio sono sempre graditi.

    Commenti

    1
    postato da , il
    Bello. Come hai detto, stile forse troppo vicino a Martin e alcune incongruenze. Il lavoro è lodevole, un ottimo inizio, un'ottima caratterizzazione del personaggio principale, con dubbi e contraddizioni tipiche dell'età del ragazzino che già vuole diventare grande. Si perde un po' nella fase centrale anche se considerato che deve essere concepita nel lettore l'idea della sua vita normale ci può stare. Interessante l'intreccio che si viene a creare e, devo dire, lasciando l'intuizione al lettore anche nel finale, senza dare una completa e assoluta visione delle cose sei riuscito a creare quella sensazione di 'scomodità' tipica dei thriller o dei noir, mettendo nella testa di chi legge mille idee che si aggrovigliano e danno spazio a interpretazioni, rendendo eccitante anche il dubbio. Un buon lavoro, da migliorare, come hai sottolineato, ma un bel lavoro. ++++++++

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