Scritto da: Daniele Alberani

La Tormenta


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...la gabbia. Fece appena in tempo a chiuderla. Ancora ansimava quando Tom fece il suo ingresso, torcia in mano.
Si avvicinò pericolosamente. Nik nascose l'oggetto che aveva trovato dietro la schiena, in ogni caso pronto all'uso. "Ecco, vieni, più vicino. Ancora un passo dai. Vieni..."
"Hai visto tua sorella? Comincia a puzzare... Ti dà fastidio il suo odore? Beh, tranquillo, tra qualche secondo le farai..."
Non le avrebbe mai fatto compagnia. Almeno, non prima di aver compiuto sessant'anni, messo su famiglia e aver dato a lei degna sepoltura.

Una marea di sangue, schizzi da tutte le parti. L'unica cosa che si ricordava di quella nottata. Era scappato via, subito, con un peso in meno sullo stomaco e uno in più sul cuore. Aveva ucciso un uomo. "Si ma era l'uomo che ha ucciso Claire, non c'è niente di male" Eppure pesava lo stesso. Il viaggio dalla grotta a casa sua gli era parso durare anni. Il vento gelido coperto di neve sferzante sul suo volto lo rallentava in maniera impressionante. La tormenta non sembrava che si volesse più fermare. Era fuggito senza pensare al gelo che l'avrebbe atteso. Fino a quel momento il freddo era stato l'ultimo dei suoi problemi,... [segue »]

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    Scritto da: Daniele Alberani
    Riferimento:
    Nasce come un racconto fantasy. Probabilmente i dialoghi sono stereotipati e alcuni espedienti per trascinare la trama sui binari che avevo in mente non sono stati dei più sensati.
    Lo stile si avvicina molto (moltissimo) a quello di G. R. R. Martin. Che altro, se vi va di leggere un racconto che rasenta il noir (così mi è stato detto) e che lascia al lettore l'intuizione, beh sprecate qualche minuto per leggere "La tormenta", altrimenti fa niente.
    Ogni commento, critica o consiglio sono sempre graditi.

    Commenti

    1
    postato da , il
    Bello. Come hai detto, stile forse troppo vicino a Martin e alcune incongruenze. Il lavoro è lodevole, un ottimo inizio, un'ottima caratterizzazione del personaggio principale, con dubbi e contraddizioni tipiche dell'età del ragazzino che già vuole diventare grande. Si perde un po' nella fase centrale anche se considerato che deve essere concepita nel lettore l'idea della sua vita normale ci può stare. Interessante l'intreccio che si viene a creare e, devo dire, lasciando l'intuizione al lettore anche nel finale, senza dare una completa e assoluta visione delle cose sei riuscito a creare quella sensazione di 'scomodità' tipica dei thriller o dei noir, mettendo nella testa di chi legge mille idee che si aggrovigliano e danno spazio a interpretazioni, rendendo eccitante anche il dubbio. Un buon lavoro, da migliorare, come hai sottolineato, ma un bel lavoro. ++++++++

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