Scritto da: Daniele Alberani

La Tormenta


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...appuntito gli stesse perforando la spina dorsale... Un sasso appuntito?
Passò una mano sotto la schiena, si girò e vide un sasso adamantino che spuntava dal terreno.
Era sempre stato lì, la via per la salvezza era sempre stata a meno di un palmo da lui e nemmeno se ne era accorto. Stupido, stupido e ancora stupido.
Prese un altro sasso di più piccole dimensioni e cominciò a scavare.
Si spezzò un unghia tentando di estrarre il sasso acuminato. Un grugnito di dolore e un rivolo di sangue, nessun urlo, nessun lamento. Aveva provato ben altri dolori in quei giorni. "Ecco, un altro strattone...".
Un sorriso a trentadue denti si fece spazio sul suo volto martoriato dal dolore e con la forza della disperazione cominciò a colpire violentemente il lucchetto.
"Non cede, non cede, dannazione!"
Il viso disperato di sua sorella tornò a fargli visita tra i suoi pensieri. Rabbia, furore.

Clang

Pianse per l'ennesima volta e poco importava se un vero uomo non piangeva, perché questa volta le sue lacrime erano di gioia. Il profumo della libertà era la cosa più dolce che avesse mai assaporato. Ma non c'era tempo per compiacersi e gioire. Il sole era calato e tra qualche ... [segue »]

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    Scritto da: Daniele Alberani
    Riferimento:
    Nasce come un racconto fantasy. Probabilmente i dialoghi sono stereotipati e alcuni espedienti per trascinare la trama sui binari che avevo in mente non sono stati dei più sensati.
    Lo stile si avvicina molto (moltissimo) a quello di G. R. R. Martin. Che altro, se vi va di leggere un racconto che rasenta il noir (così mi è stato detto) e che lascia al lettore l'intuizione, beh sprecate qualche minuto per leggere "La tormenta", altrimenti fa niente.
    Ogni commento, critica o consiglio sono sempre graditi.

    Commenti

    1
    postato da , il
    Bello. Come hai detto, stile forse troppo vicino a Martin e alcune incongruenze. Il lavoro è lodevole, un ottimo inizio, un'ottima caratterizzazione del personaggio principale, con dubbi e contraddizioni tipiche dell'età del ragazzino che già vuole diventare grande. Si perde un po' nella fase centrale anche se considerato che deve essere concepita nel lettore l'idea della sua vita normale ci può stare. Interessante l'intreccio che si viene a creare e, devo dire, lasciando l'intuizione al lettore anche nel finale, senza dare una completa e assoluta visione delle cose sei riuscito a creare quella sensazione di 'scomodità' tipica dei thriller o dei noir, mettendo nella testa di chi legge mille idee che si aggrovigliano e danno spazio a interpretazioni, rendendo eccitante anche il dubbio. Un buon lavoro, da migliorare, come hai sottolineato, ma un bel lavoro. ++++++++

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