Scritto da: Daniele Alberani

La Tormenta


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...nell'attesa."
Aprire gli occhi fu come approdare in un mondo dove le tenebre avevano avuto la meglio sulla luce. Le braci ben lontane da loro facevano di ogni sasso un'ombra mostruosa. Ma era l'ombra dipinta sul volto dell'uomo che più lo terrorizzava. Il suo sorriso distorto gli fece accapponare la pelle. Nik tentò di alzarsi. La sua testa andò ad urtare qualcosa di gelido come il ghiaccio e resistente come la roccia. Sbarre di ferro da tutte le parti. Era in una gabbia. Più precisamente una gabbia per cerbiatti. La vista pareva offuscata e solo il lamento proveniente da un luogo non ben definito accanto a lui gli rese ogni cosa chiara. La dinamica degli eventi era fin troppo banale. Era stato dannatamente stupido! Ma ancora non capiva una cosa...
"P... Perché?"
Da quand'è che aveva una voce così acuta?
La risata priva di gioia dell'uomo lo fece tremare incontrollabilmente. C'era follia in quello sguardo, in quel riso.
"Perché voglio che voi e tutta la vostra famiglia moriate tra atroci sofferenze! Perché voglio che vostra madre patisca le pene dell'inferno! Perché voglio godere nel vedervi urlare disperati dal dolore! Perché voglio vedere la paura dipinta sui vostri volti! Perché voi dovete pagare ... [segue »]

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    Scritto da: Daniele Alberani
    Riferimento:
    Nasce come un racconto fantasy. Probabilmente i dialoghi sono stereotipati e alcuni espedienti per trascinare la trama sui binari che avevo in mente non sono stati dei più sensati.
    Lo stile si avvicina molto (moltissimo) a quello di G. R. R. Martin. Che altro, se vi va di leggere un racconto che rasenta il noir (così mi è stato detto) e che lascia al lettore l'intuizione, beh sprecate qualche minuto per leggere "La tormenta", altrimenti fa niente.
    Ogni commento, critica o consiglio sono sempre graditi.

    Commenti

    1
    postato da , il
    Bello. Come hai detto, stile forse troppo vicino a Martin e alcune incongruenze. Il lavoro è lodevole, un ottimo inizio, un'ottima caratterizzazione del personaggio principale, con dubbi e contraddizioni tipiche dell'età del ragazzino che già vuole diventare grande. Si perde un po' nella fase centrale anche se considerato che deve essere concepita nel lettore l'idea della sua vita normale ci può stare. Interessante l'intreccio che si viene a creare e, devo dire, lasciando l'intuizione al lettore anche nel finale, senza dare una completa e assoluta visione delle cose sei riuscito a creare quella sensazione di 'scomodità' tipica dei thriller o dei noir, mettendo nella testa di chi legge mille idee che si aggrovigliano e danno spazio a interpretazioni, rendendo eccitante anche il dubbio. Un buon lavoro, da migliorare, come hai sottolineato, ma un bel lavoro. ++++++++

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